Ebbene
sì, anch'io sono fra quelli che qualcosa la stanno cercando per davvero
senza, per l'appunto, riuscire a trovarla. Non sono originale, lo so,
perché quello che sto cercando è solo qualcosa che somigli a un lavoro. Purtroppo sono tempi bui questi, in cui la parola lavoro rimanda a
scenari a dir poco deludenti. Poco importa se hai quel pezzo di carta
arrotolato chissà dove e qualche esperienza che un tempo pensavi ti
avrebbe aiutato, trovare un lavoro di questi tempi è cosa rara,
rarissima.
Sono
mesi ormai che trascorro le giornate tra annunci virtuali e cartacei,
curricula e lettere di presentazione che confeziono a ogni invio, a
chiedermi dove potrei chiedere e a chi. Ho passato in rassegna agenzie
interinali e centri per l'impiego, persino interpellato un consulente
professionale privato.
Fino a quando poi, qualche tempo fa, ho
ottenuto un colloquio. Ce ne erano stati altri prima, ma questo è andato
bene! Orari, stipendio, mansioni, tutto discusso e deciso... e infine
la frase “ti chiamo appena si libera il posto”.
Insomma, sai che
potrebbe succedere anche il dannato imprevisto per cui non se ne farà di
niente, ma ci speri lo stesso e inizi a vedere le cose che con quello stipendio potresti fare, la lunga lista di cose lasciate in sospeso. Ci speri anche se continui a tenerti i sassi in tasca perché sai che in
fondo è solo una parola data, che niente è ancora scritto. Però ci
speri, e tanto.
E
poi? Poi il dannato imprevisto che tanto hai temuto si materializza, e
vieni a sapere da altri che è stata presa un'altra persona (più giovane)
per quella posizione. E la parola data? E le mie preziosissime cose a
metà? Tutto si dissolve, resta e si diffonde solo una grande e immensa
rabbia. E poi ti senti vecchia, per la prima volta in vita tua, anche se
hai trent'anni o poco più.