giovedì 11 aprile 2013

Ho vinto! / 1

Ricevere un premio è sempre qualcosa di elettrizzante, ma riceverne due insieme è una scossa ininterrotta di buonumore alla massima potenza!
Ma andiamo con ordine, ecco il primo...

Grazie mille a dm del blog http://blogpercomunicare.blogspot.it/ 
che mi ha "regalato" questo:




Questo premio serve per farci e farvi conoscere. Il premio mira a dare la visibilità alle blogger con meno di 200 followers. Chi lo riceve deve "premiare" a sua volta 11 blogger per lei meritevoli.
Ci sono delle semplici regole da seguire:
- chi lo riceve deve scrivere 11 fatti random su se stessa;
- rispondere alle domande ricevute e scriverne altrettante 11 da destinare alle blogger che ha scelto di premiare.


I random-fatti:
1. Amo i gatti. Ne ho due, ma vorrei tanto allargare la famiglia. La gatta ha una dose infinita di coccole e fedeltà che qualche volta mi fa pensare nasconda un animo canino. L'altro è un gatto purosangue di nome Febo.
2. Sono una U2 addicted. Mi piace soprattutto la prima fase, quella fino agli inizi degli anni Novanta.
3. Amo leggere, tanto e di tutto. Le parole le leggo, per l'appunto, ma le osservo anche. Spesso faccio l'editor, studio per imparare a farlo meglio, e mi piacerebbe tanto si trasformasse da passione in lavoro.
4. Sarò un po' demodè, ma alla carta dei libri per ora non rinuncio. Gli e-book sono lontani.
5. Adoro la Toscana, la regione in cui vivo: in tutto il marasma attuale vivere qui mi dà sicurezza e serenità.
6. Sono innamorata di un golfista. Bello sport, direte, i prati verdi, il cinguettio degli uccellini. Il problema è che è talmente bello che chi lo pratica sembra cadere in una sorta di dipendenza e per rendersi altrettanto allettante su quei prati verdi bisognerebbe farsi trovare nude.
7. Mangio poca carne e tanta verdura, la adoro. Mi piace cucinare e trovare nuove ricette vegetariane.
8. Non sono molto golosa, ma la crema con le fragole mi fa impazzire.
9. Da piccola, alle elementari, ho messo in piedi una vera e propria scuola: io ero la maestra di disegno e insegnavo alle mie allieve (le mie compagne di classe) a disegnare abiti. C'erano anche i compiti per casa e i voti. Purtroppo ci sono le prove.
10. C'è stato un evento importante nella mia vita, all'inizio difficile da digerire. Il blog l'ho aperto anche per questo, scrivere è terapeutico.
11. Sono per la verità ad ogni costo, anche se è brutta e fa male. Penso sia un atto di suprema arroganza che qualcuno decida al posto mio ciò che dovrei sapere o meno.



Le domande di dm:
  • Città dove vorresti vivere? Madrid, ho una passione per la Spagna. Dovessi lasciare la Toscana, non avrei dubbi.
  • Hai animali? Sì, sempre avuto animali. Ora ho due gatti e due cani. I cani sono viziati soprattutto dai miei genitori.
  • Posto più bello visitato e perchè. Andalusia. Per i motivi che ho detto sopra, in Spagna mi sento bene, come a casa.
  • Piatto preferito. La parmigiana di melanzane senza dubbio!
  • Sei mai stato a Genova? Sì, l'anno scorso e per un'occasione importante: era il mio compleanno e il mio ragazzo mi ha regalato alcuni giorni liguri. Stupendi.
  • Mare o montagna? Mare!
  • Cosa pensi dell'Italia? Ogni volta che apro la Repubblica online vengo presa da un leggero disgusto misto a incazzatura. Rendo l'idea? :-)
  •  Meglio una dolce bugia o un'amara verità? Ne ho già parlato sopra. Assolutamente un'amara verità. Col tempo si addolcisce sempre, la bugia il tempo te lo fa perdere.
  • Macchina o moto? Macchina, ma mi piace anche la moto.
  • Il lavoro dei tuoi sogni? Fare l'editor, freelance o in casa editrice. Ma l'editoria in Italia è un mondaccio...
  • Se dovessi rinascere, vorresti esser uomo o donna? Nei panni di donna mi ci sento bene, vada per quello.
  
E ora i blog che premio io:
- Chi cerca, trova
- Quando meno te l'aspetti
- Adesso che faccio?
- Somewhere over the rainbow
- Ma anche no
- La libertà non ha prezzo!
- Cara Lilli...
- L'arte di perdere le cose
- D'aria tra le nuvole...
- Mastrangelina
- Io sono... 

Le mie domande per voi:
- Ultimo libro letto?
- Il tuo lavoro ideale?
- Casa colonica in campagna o appartamento in pieno centro storico?
- Stai attenta a quello che mangi?
- Carne, pesce o legumi?
- Quando nella vita ti capita una delusione, come reagisci?
- Cosa ti rende felice?
- Sei sportiva?
- Un aggettivo per descrivere questo momento della tua vita.
- Amore significa: dare libertà o condivisione totale?
- Cane o gatto? 

To be continued...    

giovedì 7 marzo 2013

Parliamone

Quella che ho raccontato nel post precedente è solo una premessa, la storia strampalata di una ricerca durata qualche anno fra medici superficiali, sanità lenta e molti intoppi. Ma è anche il racconto di centri specializzati, dottorandi "amici" e professori di grande esperienza. Luci e ombre, come sempre, come in tutto. Solo una premessa, appunto, perché vorrei che questo blog fosse qualcos’altro.

È da quando ho questa nuova compagna di vita che mi chiedo quale sia il giusto modo per parlare di malattia. Voglio dire, il modo per parlarne a tutti, a chi c’è dentro, c’è passato o non ne ha alcuna esperienza.
Mi chiedo: si può parlare di malattia senza far paura? Andare dritti al cuore della cosa e raccontare l’esperienza senza destare l’inevitabile «ooohh poverina» e lo sguardo di terrore sul viso dell’interlocutore?
Non voglio farvi dettagliati resoconti clinici di come procede, della cura, delle quantità, degli effetti collaterali. Forse altrove, non qui. Mi piacerebbe solo raccontare la malattia come un’esperienza, parlare dei pensieri, della convivenza, della visione della vita che cambia e di quella che resta, salda.

Sono fortunata, lo so. Mi sento in bilico, ma sono fortunata. Ho una malattia con cui convivo e che mi accompagnerà per molta strada (forse tutta?). Una signorina particolare, che neanche gli addetti ai lavori conoscono bene e su cui abbiamo ancora poche notizie. Però sto bene. Non mi ha sconvolto tanto come sconvolge un tumore, per esempio. Non c’è la corsa contro il tempo o la cura che ti devasta. E non c’è nemmeno la paura di morire. È qualcosa di diverso.

Qualcosa che a volte puoi anche dimenticare di avere. E allora puoi persino vedere il presente come lo vede chi sta fuori da queste cose, lasciarti andare alle corse quotidiane, ai problemi di lavoro, al dolce che si è bruciato, al fidanzato che si dimentica dell'anniversario, alle unghie che non hai avuto il tempo di fare. Ok. È anche così. Se sei una persona distratta, può anche sembrare che ci siano solo queste cose. C’è un presente che può ancora scorrere normalmente, in fin dei conti.
È il futuro a cambiare, a diventare un grande punto interrogativo, perché sai che hai a che fare con una Lei imprevedibile, e questo basta.


venerdì 15 febbraio 2013

Una tipa strana, Lei.

Ci siamo, oggi vi presento Lei. All’anagrafe Neuropatia Multifocale Motoria (MMN). Una Lei strana, anzi rara, uno di quegli incontri che, dicono, ti cambiano per sempre.

A me all’inizio non è piaciuta. Perché, via, si potrà arrivare in incognito e per giunta senza presentarsi? Nascondersi dietro a una febbre antipatica e testarda, prendersi gioco di un sistema immunitario triste? No, all’inizio non mi è piaciuta per niente. A me bastava quella febbre improvvisa, che sembrava un’esplosione e una punizione divina. Sì, delle divinità Corpo e Mente, stufe di me e dei colpi di testa degli ultimi mesi.

Poi la febbre antipatica passa, e tutto sembra a posto. O quasi, una certa signora Stanchezza comincia a farsi sentire. Un tipo strano, incostante e guastafeste. Passa il tempo, consulto “luminari” affievoliti un po’ di qua, un po’ di là. Non c’è niente, è tutto a posto. Signorina! Lei si fa troppi problemi, forse è solo poco abituata a muoversi. Io che andavo in piscina tre volte la settimana, cari luminari affievoliti.

Passa il tempo, cerco di Lei su internet, scoraggiata dalle risposte che non trovo; mi accorgo che non è semplice aver a che fare con tipe del genere, rare e misteriose. Ma devo fare in fretta, le cose, molto lentamente, stanno peggiorando. Sono diversa, i muscoli delle gambe stanno cambiando, la mano perde forza. Per fortuna alla fine trovo chi di Lei sa molto, e finalmente la conosco.

Finalmente posso guardare le cose in faccia e chiamarle con il proprio nome, perché sapere cosa succede al signor Corpo è il primo passo verso una fase nuova. Avere una cura, il secondo. Anche se sarà “per tutta la vita”, come i matrimoni, anzi, quelli quasi mai. Una cura a base di immunoglobuline. Oh che sono? Chiedono i più. Anticorpi regalati dalla generosità di tante persone, potrei dire io. Come dire, ora sono davvero “uno, nessuno e centomila”. Pirandello alla lettera.

lunedì 4 febbraio 2013

Due! Al prezzo di uno...

Come disse una certa Rossella, domani è un altro giorno. Per cui si ricomincia a cercare, inviare, telefonare, incontrare.
E poi? La novità. Due (dico due) herpes sulla bocca. E quando? Il giorno in cui mi chiamano per un nuovo colloquio, naturalmente.

Calma. Va tutto bene. Sono cose che possono capitare.
E poi via, non si vedono tanto, n-o-n... sss-i... vvv-e-d-o-n-o... ttt-a-n-t-o...


venerdì 25 gennaio 2013

Chi cerca... trova?

Ebbene sì, anch'io sono fra quelli che qualcosa la stanno cercando per davvero senza, per l'appunto, riuscire a trovarla. Non sono originale, lo so, perché quello che sto cercando è solo qualcosa che somigli a un lavoro. Purtroppo sono tempi bui questi, in cui la parola lavoro rimanda a scenari a dir poco deludenti. Poco importa se hai quel pezzo di carta arrotolato chissà dove e qualche esperienza che un tempo pensavi ti avrebbe aiutato, trovare un lavoro di questi tempi è cosa rara, rarissima.

Sono mesi ormai che trascorro le giornate tra annunci virtuali e cartacei, curricula e lettere di presentazione che confeziono a ogni invio, a chiedermi dove potrei chiedere e a chi. Ho passato in rassegna agenzie interinali e centri per l'impiego, persino interpellato un consulente professionale privato. 
Fino a quando poi, qualche tempo fa, ho ottenuto un colloquio. Ce ne erano stati altri prima, ma questo è andato bene! Orari, stipendio, mansioni, tutto discusso e deciso... e infine la frase “ti chiamo appena si libera il posto”.
Insomma, sai che potrebbe succedere anche il dannato imprevisto per cui non se ne farà di niente, ma ci speri lo stesso e inizi a vedere le cose che con quello stipendio potresti fare, la lunga lista di cose lasciate in sospeso. Ci speri anche se continui a tenerti i sassi in tasca perché sai che in fondo è solo una parola data, che niente è ancora scritto. Però ci speri, e tanto.

E poi? Poi il dannato imprevisto che tanto hai temuto si materializza, e vieni a sapere da altri che è stata presa un'altra persona (più giovane) per quella posizione. E la parola data? E le mie preziosissime cose a metà? Tutto si dissolve, resta e si diffonde solo una grande e immensa rabbia. E poi ti senti vecchia, per la prima volta in vita tua, anche se hai trent'anni o poco più.